WWW.PIANETA-PROMESSO.ORG "... le afflizioni di prima saran dimenticate, e saranno nascoste agli occhi miei. Poichè ecco,io creo de' nuovi cieli e una nuova Terra, non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria. Rallegratevi,si,festeggiate in perpetuo per quanto io sto per creare ..." profeta Isaia (65:16) | ||
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La simulazione del laboratorio Livermore, in California Anno 2300: la terra brucia Previsioni per i prossimi tre secoli con il computer più potente del mondo: un pianeta arso dall’effetto serra. In Italia 10 gradi in più LOS ANGELES - Per la prima volta hanno spinto le previsioni climatiche fino al 2300 grazie a un nuovo modello di supercomputer. E ne sono rimasti inorriditi. Una catastrofe così non se la sarebbero mai immaginata, con vaste aree del mondo letteralmente arrostite dall’ effetto serra. Gli autori dell’esperimento virtuale, appena pubblicato sulle pagine del "Journal of Climate" dell’ American Meteorological Society (1 novembre 2005), sono fisici dell’atmosfera del Lawrence Livermore National Laboratory, in California che si sono dotati recentemente del più potente calcolatore del computer BluGene/L, capace di 280 mila miliardi di operazioni al secondo o 280 teraflops, come dicono i tecnici. Applicando sofisticati modelli climatici,gl i scienziati americani hanno esteso le previsioni per i prossimi tre secoli. I primi risultati dicono che, se si dovessero usare tutti i combustibili fossili disponibili, la concentrazione di anidride carbonica atmosferica (CO2) passerebbe dall'attuale valore di 380 parti per milione (ppm) a 1423 ppm e la temperatura media globale aumenterebbe fino a 8°C, passando dagli attuali 16° a 24°. Poiché 8°C è un valore medio globale, l'aumento effettivo di temperatura nelle aree polari sarebbe di ben 20°C, con la conseguente distruzione totale delle calotte polari e con un innalzamento del livello del mare di circa 7 metri. Alle latitudini intermedie, e quindi anche dalle nostre parti, una decina di gradi di più sia d’inverno sia d’estate. . . A meno che un improvvisa instabilità del sistema climatico porti a conseguenze attualmente del tutto inimmaginabili, come per esempio una transizione dal caldo al freddo con l’innescarsi di una nuova glaciazione. Fenomeno, quest’ultimo, abilmente descritto dal film "L’alba del giorno dopo", in cui si ipotizza la scomparsa, a causa dell’effetto serra, della Corrente del Golfo e del suo effetto temperante sugli inverni del Nord Europa. Franco Foresta Martin 02 novembre 2005 www.corriere.it |